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IL BRIDGE, PERROUX E NOI
La nascita del bridge, il gioco di carte più bello e più raffinato del mondo, viene datata al luglio 1894, quando lord Brougham, ritornato in Inghilterra dopo un lungo soggiorno al Cairo, ad un tavolo dell' esclusivo Portland Club, durante una partita di whist alla fine della distribuzione dimenticò di voltare l' ultima carta per designare il seme d' atout. Di fronte a ciglia inarcate e a monocoli penzolanti sui panciotti si giustificò con inimitabile flemma: "Scusate, credevo di giocare a bridge". Fu così che il nuovo gioco si rivelò, soppiantando progressivamente il suo antenato whist, che da passatempo delle classi povere era diventato segno di distinzione dei nobili.
In realtà, giochi simili al bridge si facevano in Grecia, Russia, Turchia, nei Balcani. Il whist nel ' 700 aveva conquistato perfino i ribelli americani, per merito di Benjamin Franklin, e i re francesi. Jules Verne ne Il giro del mondo in 80 giorni lo fa giocare al suo eroe, Phileas Fogg.
Inventato forse dai sacerdoti egiziani, forse dai bramini indù, forse dalle concubine cinesi, come molte cose di incerta origine è finito per entrare nel patrimonio delle tradizioni inglesi. E oggi poche cose sono più britanniche, a partire dal nome, di questo tressette in frac, cilindro e bastone da passeggio. Perché proprio del tressette il bridge ha la struttura base, ed è magari per questo che gli italiani sono stati innumerevoli volte campioni del mondo con il fenomenale Blue Team, che ha vantato campionissimi come Eugenio Chiaradia, Guglielmo Siniscalco, Giorgio Belladonna, Piero Forquet, Massimo D' Alelio, Walter Avarelli, Camillo Pabis Ticci e Benito Garozzo. Nomi che sono i Coppi, i Meazza, i Nuvolari di questo gioco. Su tutti Carlo Alberto Perroux, capitano non giocatore dal quale il nostro circolo, fondato nel 1952, ha preso il nome.
Avvocato penalista nato a Modena nel 1905 e scomparso nel 1977, fu protagonista del bridge mondiale nei favolosi anni 50 e 60 quando ebbe la straordinaria fortuna di allenare i massimi campioni del tempo, dare vita e forma al Blue Team appunto, leggendaria squadra che dominò il mondo continuativamente per oltre un decennio. Carlo Alberto Perroux seppe infondere spirito di squadra ed alimentare valori come l'amicizia e raccolse l'affetto, la stima e la riconoscenza di tutti i protagonisti di quella splendida avventura. Alla richiesta di definire i connotati di un giocatore perfetto, Carlo Alberto Perroux rispose: 'Se si potesse licitare come Forquet, giocare col morto come Belladonna e difendere come Garozzo, allora si avrebbe il giocatore perfetto'. Presidente dalla F.I.B. Dal 1952 al 1967, quando decise di ritirarsi dalle fatiche bridgistiche, ha raggiunto lui stesso il podio in diverse competizioni nazionali, alcune volte insieme alla moglie Enrica.
Dal 1993 il bridge è riconosciuto dal CONI come disciplina sportiva associata. E con lo sport in effetti ha più di qualche parentela; sono necessari allenamento e rispetto delle regole e spirito di competizione. E non manca neppure la fatica. Il bridge è considerato il gioco di carte più stressante che esista. Una ricerca ha svelato che sudorazione, battito cardiaco e pressione sanguigna dei giocatori sono spesso simili a quelli di un chirurgo dopo un intervento delicato. Ma il bridge è anche fantasia. Intorno agli anni ottanta gli americani decisero di vincere il mondiale e formarono una squadra di giocatori atleti e asceti, gli Aces di Dallas. Sicuri di sé, sfidarono il Blue Team che non faceva certo vita monacale. E gli italiani li fecero neri.
Ancora oggi noi italiani primeggiamo in questo bellissimo sport. Nostri anche i campionati del Mondo del 2013. La nostra squadra ha vinto affidandosi al talento di Norberto Bocchi, Augustin Madala, Giorgio Duboin, Antonio Sementa, Lorenzo Lauria e Alfredo Versace e proprio in finale un tavolo ha visto la presenza di quattro italiani perchè nella squadra avversaria, il Monaco, c'erano Fantoni e Nunes che molte volte hanno vestito la maglia azzurra.
Al CIRCOLO PERROUX non si è mai del tutto cancellata la memoria di quei periodi così ricchi di successi e di soddisfazioni , alimentata anzi dagli eccellenti risultati dei nostri attuali campioni.
E lo scopo, anche attraverso la nostra scuola, è di rendere il bridge sempre più popolare, sempre più accattivante e di farlo conoscere ai più giovani.
Come arrivarci...
ma forse è meglio chiedere
Molti giochi offrono divertimento, ma mai come il Bridge. Esercita la tua mente. La tua mente può arrugginire, lo sai, ma il Bridge impedisce la formazione di ruggine.
Omar Sharif
Bill Gates in un'intervista ha dichiarato che "tutti i giovani dovrebbero cimentarsi a bridge, perché chi lo sa ben giocare sarà bravo anche in tutte le altre cose della vita"
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Il premio Nobel 2001 per l'economia George Akerlof ha dichiarato che il mondo è in crisi perché non si gioca abbastanza a bridge, ritenendo che questo gioco abbia un impatto profondamente positivo sulla personalità degli individui
È scientificamente dimostrato che il bridge aiuta le capacità deduttive, la memoria, il pensiero critico, la capacità di astrarre, le abilità sociali e preserva dalle malattie senili del cervello